gli Ubaldini una volta per tutte.
Ricerca di Claudio Mercatali
Ricerca di Claudio Mercatali
Palazzuolo sul Senio
Nel
1362 Giovacchino di Maghinardo degli Ubaldini da Susinana, lasciò i suoi tredici
o quattordici castellari di Palazzuolo al Comune di Firenze. Non fu un atto di bontà ma una necessità derivata dai suoi debiti, che i Fiorentini
avevano saldato in cambio del tutto e di un “generoso” vitalizio. Lo sappiamo
dallo storico Emanuele Repetti che ne parla nel suo Dizionario della Toscana
(1830).
Dopo la morte di Giovacchino i tanti membri di questa famiglia
comitale, che sarebbero stati eredi senza questo atto, entrarono in agitazione
per riavere i “loro” castellari e dopo qualche anno si ribellarono e
minacciarono Firenzuola e Palazzuolo.
La goccia che fece traboccare il vaso fu
la presa con l’inganno di Castel Leone, un fortilizio vicino a Bibbiana,
con la morte del castellano e di una parte dei difensori.
Gli
Ubaldini e i loro consorti erano ossi duri e nel 1387 scoppiò una rivolta alla
Badia di Susinana, repressa nel sangue dal primo vicario di Palazzuolo, messer
Domenico di Guido del Pecora, che fece arrestare i ribelli e il 5 giugno 1387
per punizione saccheggiò i poderi e spedì a Figline Valdarno la campana
principale della Badia.
Quindi
Firenze decise per la guerra e mandò a Palazzuolo le sue milizie al comando di
diversi capitani, perché conquistassero una volta per tutte i castellari degli
Ubaldini e li demolissero fino alle fondamenta. La campagna militare procedette
veloce, nel 1372 e nella primavera successiva, fino alla conquista completa.
La chiesa di Salecchio.
(Il campanile fu ricavato da una
torre del castellare degli Ubaldini).
Il
primo castello ad essere assediato fu quello del Frassino, alla
Colla di Santa Lucia, fra Marradi e Palazzuolo, nella
parrocchia (e castellare) di Salecchio. Qui risiedeva Maghinardo di Ugolino di
Tano, uno dei maggiori capi della rivolta. Dal suo nome si capisce che era
giovane, perché “di” significa che suo padre e suo nonno erano
viventi al momento del fatto. Irruento, poco incline al compromesso,
resistette dalle Calende di Aprile del 1373 (cioè dal giorno 14) al 4 maggio
e poi si arrese. I Fiorentini lo portarono a Firenze e siccome i
suoi parenti di Palazzuolo non si volevano sottomettere, fu decapitato e il suo
corpo rimase esposto al Bargello come mònito.
Gli Ubaldini continuarono la guerriglia, però meno accaniti perché
avevano capito che i Fiorentini erano decisi a tutto. Cadde il castello di
Susinana, dopo un assedio finito con una trattativa e il castellare di Lozzole,
dietro un compenso pro bono pacis di
settemila fiorini. Così Firenze acquisì il Comune di Palazzuolo, che fino ad
allora si era chiamato Podere degli Ubaldini e da allora prese il nome di
Podere Fiorentino. Tutte
queste cose ce le racconta uno storico fiorentino di cui non sappiamo il nome
ma che conosceva bene i posti, perché cita in dettaglio tutte
le rocche degli Ubaldini. Lasciamo che sia lui a dire e leggiamo “La Cronaca d’incerto” cioè il suo
resoconto:
Il Comune di Palazzuolo ha chiesto più volte
la restituzione, sempre negata, e la campana ora è nel museo civico di
Figline. Nel
1373 sarebbe stato facile conquistare anche Marradi, ma i Fiorentini non lo
fecero e si accontentarono di mantenere il controllo indiretto del paese, che
rimase sotto la signoria dei Manfredi fino al 1428.
Questo
avvenne perché nel 1374 una tremenda carestia di grano mise in ginocchio
Firenze e ridusse i cittadini alla fame. Non c’erano i soldi per una nuova
impresa, il prezzo del grano della Romagna cresceva di continuo e le autorità
pontificie facevano pesare le forniture. Era il tempo del rientro a Roma dei
papi di Avignone e i legati pontifici stavano assumendo il controllo della
Romagna dopo la riconquista fatta nel 1359 dal cardinale Egidio Albornoz,
sicché l’espansione di Firenze nel versante adriatico non era vista di buon
occhio.
Dunque
i Fiorentini di allora, che avevano un alto senso dello Stato e della misura,
un po’ per politica e un po’ per mancanza di soldi, per il momento si accontentarono della conquista di Palazzuolo, della sottomissione parziale di Modigliana,
Tredozio, Marradi e sospesero l’avanzata verso altri siti della Romagna Toscana.
Il casus belli della guerra di palazzuolo fu il fatto di castel leone di bibbiana cprima ceduto da Giovacchino Ubaldini poi ripreso con inganno e illegittimamente da Gaspare Ubaldini della carda o Susinana .Il castello era assicurato da banche fiorentine che furono autorizzate a rifarsi sui residui beni degli Ubaldini a Palazzuolo.
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