dalla maestra Giovanna Pieri
Crespino sul Lamone è stato il paese del Comune di
Marradi che ha patito di più durante la Seconda Guerra Mondiale. I Tedeschi qui
commisero un eccidio di 44 persone e prima di ritirarsi minarono tutto
l’impianto ferroviario, devastando l'abitato perché la ferrovia Faentina lo attraversa. Dopo la guerra la vita riprese lentamente, con
difficoltà. I lutti avevano lasciato il segno, il lavoro non c’era e si poteva
contare solo sulla poca agricoltura di montagna e sul taglio della legna. Però
la gente con ammirevole costanza e con grande semplicità ebbe la forza di
ricominciare …
La posa della prima pietra del
Sacrario dei Martiri del 1944.
Sacrario dei Martiri del 1944.
In partenza.
C’era il telegrafo e il telefono pubblico, la fermata della SITA, il distributore della benzina OZO.
L'auto parcheggiata è una FIAT Topolino famigliare.
La villa Mazza. Sullo sfondo si vede
lo scheletro del ponte della ferrovia
minato nel 1944 dai Tedeschi.
La stazione ferroviaria ancora devastata dalla guerra,
senza binari e con la facciata bucherellata dai proiettili.
Il ponte di Valbura minato nel 1944
e in fase di ricostruzione nel 1954 – 55.
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Il viadotto della ferrovia distrutto
e il suo aspetto prima della guerra.
Il molino di Valbura
La cascata di Valbura
Nello Sartoni, detto Gabbanino in azione. Questa foto è stata scattata alla Locanda Le Spiagge. I ragazzi sono quasi tutti di Ronta.
Gabbanino era nato al podere Giuvigiana (Razzuolo) ma per 32 anni abitò a Crespino, soprattutto al casello ferroviario di Spèdina.
La fonte delle Fabre.
E' nel viale della stazione,
oggi è più spostata rispetto alla strada.
Una carovana di muli va a caricare la legna.
La catasta della legna
all'inizio del paese.
Al lavoro con i buoi.
Una cerimonia alla fine
degli anni quaranta.
La cerimonia è finita e il vescovo torna alla badia. Sullo sfondo, a destra, si intravedono resti del grande ponte di ferro minato dai Tedeschi.
Il peggio è passato. La ferrovia è stata ricostruita.
Ha aperto il ristorante La Ginestra, nella via che porta alla chiesa, come
indicato nella cartolina.
Tutte vengono da una raccolta della maestra Giovanna
Pieri, che con pazienza ha chiesto a ogni crespinese una copia delle fotografie
che aveva in casa. Dunque qui c’è il contributo di tutto il paese, una memoria
colletiva, tanto che non è possibile fare un elenco esauriente di chi
ha dato.
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