La descrizione delle sue operazioni
all' Ospedale S.Francesco
di Marradi
ricerca di Claudio Mercatali
1917 Truppe schierate nel Foro Boario
(oggi Parco dei Caduti), di fianco all'Ospedale,
che si vede sullo sfondo.
che si vede sullo sfondo.
Nel 1907 l'arrivo del primario
dottor Augusto Pellegrini segnò l' inizio di un periodo d' oro per l'Ospedale
San Francesco di Marradi.
Questo medico energico e sferzante riorganizzò tutto il nosocomio, lo rese moderno e molto attivo. Questa che segue è la sua relazione per l'attività chirurgica svolta nel 1911 e 1912 che fu a dir poco frenetica: 619 operazioni di ogni tipo, dal capo agli arti inferiori, condotte da lui e dai suoi assistenti. Lasciamo che sia lo stesso dottore a raccontarci come andarono le cose, e leggiamo un estratto della sua relazione ...
Questo medico energico e sferzante riorganizzò tutto il nosocomio, lo rese moderno e molto attivo. Questa che segue è la sua relazione per l'attività chirurgica svolta nel 1911 e 1912 che fu a dir poco frenetica: 619 operazioni di ogni tipo, dal capo agli arti inferiori, condotte da lui e dai suoi assistenti. Lasciamo che sia lo stesso dottore a raccontarci come andarono le cose, e leggiamo un estratto della sua relazione ...
Note di tecnica chirurgica
L'organizzazione del servizio chirurgico è rimasta tal quale l'ho
descritta nella relazione precedente, (il resoconto clinico statistico di
chirurgia operativa, Faenza 1911). I resultati sono stati costantemente buoni e
perciò non ho avuta ragione di introdurre notevoli modificazioni. I locali non
permettono che un isolamento relativo dalle infezioni settiche ed operati
asettici si trovano non di rado vicini ad ammalati purulenti; pur tuttavia non
si è verificato nessun caso di infezione post operatoria, il decorso è stato
sempre regolare e la guarigione avvenuta per prima intenzione. Ciò sta a
dimostrare la bontà dell'organizzazione del servizio.
Il quadro riassuntivo
delle operazioni
eseguite
Nella preparazione del materiale di medicazione e di sutura non ho
introdotte modificazioni apprezzabili: solo la seta dopo la preparazione
ordinaria, descritta nella precedente relazione, viene sterilizzata nell'autoclave
e dopo conservata il alcool in vasi piombati.
Gli strumenti dopo essere stati bolliti per mezz'ora - un'ora in una soluzione di carbonato di soda all' uno per cento, vengono, durante l'operazione, distesi sopra un tavolo coperti da un telo sterilizzato e adoprati asciutti.
Gli strumenti dopo essere stati bolliti per mezz'ora - un'ora in una soluzione di carbonato di soda all' uno per cento, vengono, durante l'operazione, distesi sopra un tavolo coperti da un telo sterilizzato e adoprati asciutti.
Nella preparazione dell'operatore e degli assistenti ho cercato di
portare qualche modificazione collo scopo di rendere la preparazione più
rapida, più semplice e più sicura. Così per la disinfezione delle mani invece
di usare il metodo Fürbringer, che è troppo lungo, mi disinfetto le mani e gli
avambracci mediante sfregamento accurato per 7 - 8 minuti con una compressa di
garza sterilizzata imbevuta di alcool a 90°; complessivamente la disinfezione
dura 10 minuti: tale durata può venire alquanto abbreviata in operazioni di
urgenza assoluta.
Con questo metodo, che offre il
vantaggio della semplicità e della rapidità, ho ottenuto costantemente buoni
resultati e le guarigioni sono sempre avvenute per prima intenzione. Tuttavia
per maggiore sicurezza soglio usare il guanti di Chaput, tanto più che, dopo
una certa pratica, sono riescito a operare con i guanti tanto spedito come
senza guanti. Per il passato riserbavo l'uso dei guanti per le operazioni,
medicature ed esplorazioni in campo settico; da qualche tempo li uso
costantemente anche per le operazioni asettiche, avendo cura di non usare in
queste ultime guanti già usati per operazioni settiche.
Per ragioni di economia nella disinfezione delle mani faccio uso di alcool denaturato. Da qualche tempo ho pensato di trattare l'alcool denaturato con vapori di cloro, con lo scopo di attenuarne l'odore penetrante e disgustoso, sia di aumentarne l'azione disinfettante ...
Per ragioni di economia nella disinfezione delle mani faccio uso di alcool denaturato. Da qualche tempo ho pensato di trattare l'alcool denaturato con vapori di cloro, con lo scopo di attenuarne l'odore penetrante e disgustoso, sia di aumentarne l'azione disinfettante ...
Il frontespizio e l'inizio della relazione di
Pellegrini
Nella preparazione dell'operando nessun modificazione ho sentito il
dovere di introdurre. Seguito a valermi con vantaggio del metodo Grossich, per
la disinfezione del campo operatorio. Ho cura di non abusare nell'uso della
tintura di iodio per non produrre irritazioni della pelle. Appena il malato
viene portato in sala operatoria, faccio polverizzare estesamente il campo
operatorio con alcool contenente solo un quarto di tintura di iodio; solo poco
prima di cominciare l'atto operativo sfrego una sola volta con una spugna sterile
imbevuta di tintura di iodio e montata sopra una pinza di Pean.
Anestesia Nel praticare l'anestesia ricorro, a seconda dei casi,
ora all' anestesia per inalazione, ora all'anestesia spinale, ora a quella
locale. Per produrre l'anestesia locale uso la novocaina recentemente preparata
secondo la formula di Braun e ne inietto di solito 5 centimetri cubi al 5%
... Fino a tre anni fa
nell'anestesia per inalazione davo la preferenza la cloroformio e ricorrevo
all'etere solo nelle narcosi dei bambini, dei vecchi e delle narcosi di durata
eccessivamente lunga; dopo cominciai a praticare l'eteronarcosi come metodo
ordinario e di scelta.
I risultato sono sempre stati
ottimi e non mi sentirei affatto disposto a tornare al cloroformio. Adopro la
maschera di Schimmelbusch e somministro l'etere a gocce versandolo con un
comune contagocce, evitando così di far inalare la paziente vapori di etere
molto concentrati, come suole avvenire usando maschere di tipo Juilliard, che è
la più comunemente usata per la somministrazione dell'etere.
Prima di cominciare la narcosi
faccio praticare un'antisepsi più efficace che sia possibile della bocca e
della faringe e sono solito di far somministrare un'iniezione di 1cg di morfina
alquanto prima di cominciare l'eterizzazione.
... Per l'anestesia locale uso
una soluzione di novocaina al mezzo per cento. Di solito ricorro all'anestesia
locale nelle ernie strozzate e per praticare stome di individui in condizioni
generali cattive, ed in operazioni di minore importanza.
Durante l'atto operatorio sono solito calzare i guanti di Chaput, uso medicatura seta e strumenti asciutti: la testa dell'operatore e degli assistenti viene coperta con un berretto sterilizzato di seta , provvisto di una specie di visiera, che ricopre il volto lasciando scoperti solo gli occhi. e le suture dò la preferenza alla seta.
Il decorso post operatorio viene rigorosamente sorvegliato. E' mia
abitudine tenere gli operati ben caldi nei primi giorni dopo l'operazione.
Tutti i malati vestono calze e camiciole di lana durante l'atto operatorio e
dopo l'operazione i malati vengono tenuti caldi con bottiglie di acqua calda.
In quinta giornata si tolgono le agraffes e in nona giornata di solito gli operati
si alzano. Con tale organizzazione, con tale tecnica operatoria e con una
sorveglianza diretta, continua e rigorosa, i resultati sono stati costantemente
buoni.
Quattro operazioni eseguite da Augusto
Pellegrini a Marradi, accompagnate dalla descrizione originale delle medesime,
fatta dal dottore.
fatta dal dottore.
Fonte Archivio storico dell'Ospedale S.Francesco di
Marradi. Si ringrazia l'archivista Mario Catani per l'indispensabile aiuto
dato.
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